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Gatti: cosa dice la legge?

Simona Bianchi
Simona Bianchi
2025-03-08 03:55:52
Numero di risposte: 40
I gatti essendo animali sociali quasi sempre vivono in colonie e scelgono come punto di appoggio quei luoghi in cui qualcuno lascia loro da mangiare e da bere. I gatti sono animali sociali e quindi il loro aggirarsi liberamente per gli stabili condominiali non è contrario alle regole, anzi, è in qualche modo un loro diritto. I gatti che stazionano e vengono alimentati nelle zone condominiali non possono essere allontanati o catturati per nessun motivo. In Italia vi sono diverse disposizioni normative sulla tutela dei gatti che vivono in libertà: in primis la legge nazionale n.28191 (legge prevenzione randagismo e tutela degli animali d’affezione), che prevede “Il divieto, per chiunque, di maltrattare i gatti che vivono in libertà, che questi siano sterilizzati dall’autorità sanitaria competente e riammessi nel loro gruppo. I gatti in libertà possono essere soppressi soltanto se gravemente malati o incurabili. Gli enti e le associazioni protezioniste possono, d’intesa con le autorità sanitarie locali, avere in gestione le colonie di gatti che vivono in libertà, assicurandone la cura della salute e le condizioni di sopravvivenza”. Anche molti Regolamenti Comunali per il benessere degli animali disciplinano espressamente regole per la tutela della colonia felina prevedendo sanzioni pecuniarie in caso di violazione. Il Codice Civile prevede espressamente il divieto per un regolamento condominiale di escludere il possesso o la detenzione animali domestici. E’ comunque consigliabile l’utilizzo dell’anagrafe felina per identificare il nostro animale, soprattutto, in caso di perdita o di contesa sulla relativa proprietà.
Concetta Leone
Concetta Leone
2025-03-07 22:21:01
Numero di risposte: 45
È fatto divieto di maltrattare i gatti randagi o domestici. È fatto divieto di maltrattare e di allontanare dal loro habitat naturale i gatti che vivono in libertà. I gatti che vivono in libertà devono essere sterilizzati, se le loro condizioni di salute lo consentono, a cura delle aree di sanità pubblica veterinaria delle aziende unità sanitarie locali, che provvedono ad apporre mediante tatuaggio la lettera "S", e successivamente rimessi in libertà nella colonia di provenienza. La cattura dei gatti che vivono in libertà è consentita, oltre che nell'ipotesi di cui al comma 4, soltanto per comprovati motivi sanitari e viene effettuata da volontari di associazioni protezionistiche o animaliste convenzionate. I gatti che vivono in libertà possono essere soppressi soltanto nei casi in cui risultino affetti da forme patologiche gravi e non curabili. La soppressione dei gatti deve essere effettuata dai medici veterinari in modo esclusivamente eutanasico o comunque con l'adozione di ogni misura idonea ad evitare sofferenze agli animali.
Giorgio De Angelis
Giorgio De Angelis
2025-03-07 22:00:34
Numero di risposte: 51
I gatti che vivono in stato di liberta' sul territorio sono protetti ed e' fatto divieto a chiunque di maltrattarli o di allontanarli dal loro habitat. Si intende per habitat di colonia felina qualsiasi territorio o parte di esso, urbano o extraurbano, pubblico o privato, nel quale vive una colonia di gatti in modo stabile, prescindendo dal numero di soggetti che la compongono e dal fatto che sia o meno accudita dai cittadini. I gatti che vivono in liberta' sono sterilizzati a cura della ASL territorialmente competentee reinseriti nel loro gruppo originario o secondo i criteri stabiliti dall'art. 14. E' vietato a chiunque ostacolare l'attivita' di gestione di una colonia o asportare o danneggiare gli oggetti impiegati.
Daniela Pagano
Daniela Pagano
2025-03-07 09:54:47
Numero di risposte: 48
La riforma della materia condominiale, entrata in vigore nel 2012, ha stabilito che nessun regolamento può vietare ai condòmini di tenere animali domestici nei propri appartamenti, gatti compresi. La legge non esclude che i gatti possano frequentare gli spazi comuni del condominio, ma prevede la responsabilità civile e penale dei proprietari in caso di danni o lesioni a persone, animali o cose. Non esiste alcuna norma di legge che proibisce di dar da mangiare ai gatti randagi nei luoghi pubblici o privati dove hanno scelto di vivere.
Clara Galli
Clara Galli
2025-03-07 04:32:28
Numero di risposte: 43
A livello nazionale, infatti, non esiste nessuna legge specifica che imponga ai loro custodi di tenerli dentro casa per tutto il tempo, e questo – come si vedrà meglio a seguire – neppure in ambito condominiale. Non è possibile quindi vietare a qualcuno di lasciare libero il proprio gatto. La normativa nazionale non si pronuncia affatto con riguardo al girovagare dei gatti che un detentore umano ce l’hanno. Diverso è il discorso che può farsi in relazione ai gatti liberi, spesso associati in colonie feline, che per la legge sono letteralmente “gatti che vivono in libertà”, a conferma dello status particolare vantato dall’elegante felino. È vietato a chiunque maltrattare i gatti che vivono in libertà. I gatti che vivono in libertà sono sterilizzati dall'autorità sanitaria competente per territorio e riammessi nel loro gruppo. I gatti in libertà possono essere soppressi soltanto se gravemente malati o incurabili. La normativa vigente non vieta ai pet mate di lasciar vagare i propri gatti e, allo stesso tempo, stabilisce in maniera assai chiara che i “gatti di nessuno” debbano vivere sempre liberi e possano organizzarsi in colonie.
Angelina D'angelo
Angelina D'angelo
2025-03-06 18:08:35
Numero di risposte: 43
Per legge i gatti sono portatori di diritti. Il gatto domestico ha una particolarità importante che lo distingue dal cane: gode infatti di un doppio stato giuridico: animale di proprietà e animale a vita libera. I gatti liberi e le colonie rientrano nelle definizioni fornite da Codice civile agli articoli 823 e 826. Di fatto lo Stato non possiede gli animali in libertà, ma li gestisce. All’articolo 2, infatti, per quanto riguarda i gatti in libertà, si sancisce che è fatto divieto a chiunque di maltrattarli. Inoltre, essi devono essere sterilizzati dall’autorità sanitaria competente per il territorio e riammessi poi nel loro gruppo, e possono essere soppressi soltanto se gravemente malati. Qui risiede una grande differenza tra gatto di proprietà e in libertà: il primo deve esser custodito, mentre il secondo no. Un altro concetto chiarito più volte dalla normativa, e che vale sia per i gatti in libertà sia per quelli di proprietà, è che tutti gli animali sono soggetti portatori di diritti, ma non di doveri. Chiunque detenga e/o possegga un animale è responsabile della sua salute e del suo benessere. Deve quindi provvedere alle sue cure tenendo conto dei suoi bisogni fisiologici ed etologici in rapporto all’età, al sesso, alla specie, alla razza e alla taglia.